Ho appena parlato con un amico di un libro di Hans Rosling, Factfulness, che si interroga su temi molto forti ed attuali e che riguardano tutti noi.
Come possiamo interpretare il mondo in perenne mutamento in cui viviamo; come possiamo far fronte alle valanghe di notizie disastrose che ci arrivano dai media e che ci danno l’impressione che tutto stia lentamente, ma inesorabilmente, andando in rovina?
Di quali convinzioni e pregiudizi è prigioniero il nostro pensiero?
Rosling dimostra che la situazione di fatto non è così negativa e che, anzi, siamo di fronte a un radicale miglioramento.
Per rendercene conto dobbiamo però imparare a guardare ai fatti con curiosità, a metterli in prospettiva e a saperci stupire: del resto, basta pensare agli standard di vita della seconda metà del secolo scorso per renderci conto degli enormi passi avanti fatti in ogni campo. Ma dobbiamo farlo concretamente; viceversa la percezione sovrasterà la realtà.
Abbiamo tutti la possibilità di usare la forza dell’esperienza e delle potenzialità a nostro vantaggio, per capire e non lasciarci bloccare dal pessimismo o, peggio ancora, dalla rabbia e dalla frustrazione, dall’ignoranza e dalle generalizzazioni.
La curiosità e apertura al cambiamento sono delle leve potentissime, l’esperienza e la capacità di rileggere la propria vita fanno la differenza tra una vita rassegnata e un’esistenza dinamica e positiva.
Ma a volte la percezione che abbiamo della realtà è più forte della realtà stessa, bloccando le energie e impedendoci di star bene.
Provate a pensare a quante volte vi è capitato, vivendo una situazione di insoddisfazione, di dire o pensare questa frase: “Non ce la farò mai a….”.
E questo pensiero è bastato per non farvi neanche provare a cambiare qualcosa, e soprattutto, ha messo tranquilla la vostra coscienza giustificando il fatto di non attivarsi e mettersi in gioco. Tanto è inutile.
Quanti progetti sono stati destinati a fallire prima ancora di nascere, quanti sogni sono rimasti tali solo perché non siamo stati disponibili a lasciar loro lo spazio di realizzarsi?
Quasi sempre la motivazione è da ricercarsi nelle convinzioni limitanti, in quei “credo” assoluti che ci portiamo dentro e che bloccano la nostra capacità di affrontare e vivere il cambiamento.
Parlavo l’altro giorno con Carlo, un mio Coachee, che mi diceva: “Non sono per nulla soddisfatto della mia vita, mi manca un progetto che mi faccia impegnare e mi dia soddisfazioni. Ma non c’è nulla che mi interessi davvero e sono troppo pigro per impegnarmi in un piano di lungo periodo”.
Ponendosi in questa prospettiva ciò che emergeva in modo dominante erano gli aspetti negativi, i problemi, le mancanze, le insoddisfazioni, gli ostacoli. Tutto vero, ma non era il quadro descrittivo di una situazione, piuttosto uno spaccato parziale di un percepito.
Soprattutto, Carlo non era sereno e tantomeno felice, ma ciò non bastava per provare a guardare le cose da una prospettiva differente, a valutare elementi non considerati e soprattutto a pensare in modo prospettico ad una nuova e possibile condizione di vita.
Parlando con lui dicevo:
“Prova a riformulare la stessa frase in un modo diverso”.
“In che senso?” chiede lui.
“Prova a trasformarla in possibilità ed in alternative, in passione ed energia”.
Mi guarda perplesso, il suo sguardo è tra l’infastidito e il disincantato, sospira e dice.. “Va beh, proviamo”.
Proviamo, parola magica.
Gli metto davanti un foglio di carta e una penna e aspetto.
Lo vedo assorto, probabilmente starà ripensando alle parole appena dette, starà provando a guardarle come se fossero scritte su un muro, cambiando la posizione di osservazione, leggendole attraverso una lente, come se riguardassero la vita di un altro.
Prende la penna e comincia a tracciare delle linee, come a definire lo spazio su foglio, riscrive la frase che mi ha appena detto. Allontana il foglio da sé e guarda.
La sua espressione muta: lo sguardo dapprima triste, quasi avesse colto i segni di una gravità a cui non è possibile sottrarsi, si anima e fa spazio alle emozioni.
Il viso si distende, gli occhi si illuminano e si agitano quasi cercassero nello spazio nuove idee e possibilità
Poi prende la penna e inizia a scrivere.“Voglio che la mia vita sia densa di soddisfazioni. Mi concentrerò su una progettualità che mi consenta di impegnarmi e da cui trarrò benessere. Voglio far luce su ciò che per me è davvero importante e ricco di significato, e una volta individuato il mio obiettivo agirò per raggiungerlo”.
Carlo mi guarda e mi dice:
“Non ho mai considerato che il solo fatto di usare parole differenti potesse farmi pensare in un modo differente”.
Riponendo la penna torna a parlarmi e aggiunge:
”Mi sono reso conto che troppe volte ho usato i problemi come uno scudo per evitare di affrontare i cambiamenti, per trovare motivi al di fuori di me che giustificassero il mio rassegnato ed inesorabile non far nulla.
Ora però basta, voglio cambiare, voglio star bene, a partire da adesso”
Carlo è riuscito a far emergere nuove visioni, soprattutto si è permesso la possibilità di avere un’alternativa.
Voglio che… (convinzione potenziante che sostituisce la credenza precedente),
So che… questa nuova convinzione mi farà sentire bene (motivazione e progettualità).
Carlo si è finalmente permesso di sognare.
Carlo si è permesso di agire in un modo diverso.
Non ha limitato il suo presente e il suo futuro: si è finalmente permesso di vivere i suoi sogni.